Riabilitazione
Il principio di base sulla riabilitazione dell'artrofibrosi è: “per prima
cosa, non creare ulteriore danno”.
Sono dunque necessari approcci specializzati per ridurre il rischio di
ulteriore attivazione della proliferazione fibrotica, in particolare quando
altri trattamenti chirurgici o fisioterapici con metodi aggressivi possono
causare un peggioramento della patologia.
Il nostro team specializzato multidisciplinare include professionisti dalle
aree di fisioterapia, chirurgia, reumatologia, nutrizione e psicologia.
I trattamenti, di conseguenza, possono includere l'approccio farmacologico
combinato al graduale esercizio fisico per l'esposizione al carico, lo
stretching passivo, la terapia manuale, il ricorso a speciali device
riabilitativi per il recupero del range di movimento (ROM) e/o della massa
muscolare senza sovraccaricare l'articolazione patologica, il supporto
psicologico, etc. con l'opzione chirurgica come ultima risorsa. Altri
approcci fondamentali includono una buona igiene del sonno, la cura di
alimentazione e supplementazione a scopo anti-infiammatorio e strategie per
il supporto psicologico legato al distress indotto dalla patologia.
La riabilitazione dell'artrofibrosi si basa quindi su alcuni principi:
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non forzare il miglioramento, si cerca di intervenire poco
e spesso per cercare di riguadagnare il ROM complessivo
dell'articolazione e allo stesso tempo minimizzare il danno
cellulare e l'infiammazione
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la fisioterapia post-operatoria o post-infortunio non è mai
aggressiva; è importante istruire i pazienti nel non
superamento del dolore. Il fisioterapista deve ascoltare il
riscontro del paziente ed adattare il protocollo a ciò che
l'articolazione è in grado di tollerare
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il primo obiettivo post-operatorio è il recupero
dell'omeostasi e dell'estensione del ginocchio, solo
successivamente ci si concentrerà sul recupero della flessione
senza forzare eccessivamente (minimizzando il danno cellulare e
l'infiammazione) e poi sul ripristino della massa muscolare
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è importante utilizzare le stampelle per almeno 6 settimane
dopo l'intervento chirurgico, quindi aumentare con
attenzione il carico: è fondamentale ridurre al minimo i
danni al corpo di Hoffa (fat pad) e progredire con cautela
nella tolleranza del carico articolare
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è cruciale l'uso post-operatorio del kinetec, fino a 8-12
ore al giorno, a volte anche durante la notte, per limitare
- nel limite del possibile - la formazione di aderenze e
fibrosi
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la restrizione del flusso sanguigno (BFR) puo' essere
utilizzata solo dopo che l'articolazione si è ripresa, e
con estrema attenzione poiché l'ipossia può stimolare
nuovamente l'attività dei miofibroblasti.